Prefazione curata da L. B. .
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“L’esoterismo nasce dall’assoluta conoscenza di chi ha osato per primo affrontare il peso della sapienza trafugandola agli antichi dei. All’alba della creazione l’uomo tradusse in conoscenze ciò che aveva captato dall’esterno. Durante la ricerca della ragione della propria vita il suo discernimento si svolse verso l’imponderabile, in quanto non poteva esistere soltanto il nulla. Tutto gli apparve improvvisamente, per trasmettersi dalla mente al cuore. Ogni percorso intrapreso portava l’uomo verso ricordi antecedenti, gli archetipi, solo apparentemente immobili, si manifestarono sotto forma di simboli tribali. Gli elementi avevano un’importanza fondamentale e la loro energia veniva impiegata quale legame con il tutto rappresentatati dall’universo. L’essere umano, soggetto alla grande opera divina, fu testimone di una spiritualizzazione progressiva, non diffusa alle masse ma riservata ad una ristretta e prescelta casta iniziatica. Da ciò si deduce che l’esoterismo è scaturito dalla parte più profonda dell’essere umano, restituendogli quel mondo che non poteva ricordare. Così, subito dopo le civilizzazioni preistoriche, si fece spazio alla luce dell’interiorità. Ogni interrogativo trovò un riscontro con l’inizio dei culti sacrali e delle varie manifestazioni misteriche.” L’esoterismo è “la rivelazione attraverso l’insegnamento, l’intuizione diretta o sopranormale, le gerarchie e le tecniche spirituali, che richiedevano una specifica condotta di vita. Le dottrine non venivano classificate, ma sperimentate. Tutto l’esoterismo era vivente, attivo, e partecipava al sacro, al magico.” Naturalmente, come detto all’inizio, non è possibile concedere l’accesso ad una tale conoscenza al primo venuto. Dunque, per poter entrare a far parte del ristretto circolo di anime privilegiate, occorreva dimostrare di meritarsi ciò di cui si veniva a conoscenza: “Nell’epoca antica per essere ammessi alla conoscenza dei misteri bisognava ricevere l’iniziazione, […] un insieme di riti e insegnamenti orali, il cui scopo è la modificazione radicale dello stato religioso e sociale del soggetto da iniziare. Al termine della prova il neofita entrava in una condizione esistenziale completamente diversa da quella precedente, ossia diveniva un essere totalmente rinnovato. La maggior parte delle prove iniziatiche implica, infatti, una morte rituale, seguita da una resurrezione simbolica o da una «nuova nascita». Il momento culminante dell’iniziazione è rappresentato dalla cerimonia che simboleggia la morte del neofita e il suo ritorno tra i vivi. La morte iniziatica costituisce nello stesso tempo la fine dell’infanzia, dell’ignoranza e della condizione profana. Dunque l’iniziazione è l’ingresso in una nuova vita, concepita come vera esistenza spirituale aperta ai valori più profondi dell'essere, permeata dal senso divino e dall’autentica conoscenza della vita. Tutto ciò rende possibile l’ascesa interiore che conduce di grado in grado ad uno stato d’illuminazione perfetta. Così avviene la rigenerazione dell’anima. […] L’iniziato è colui che vibra all’unisono con il suono dell’universo, quindi non ha bisogno della parola per esprimersi. L’obbligo di non svelare i segreti dei misteri ai quali è stato ammesso non gli è di peso, in quanto intende il silenzio come lo spazio che separa l’uomo dalla conoscenza delle cose divine. […] Macerando il proprio egoismo in lunghe meditazioni, raggiungerà un livello do coscienza del proprio sé assai notevole. La modestia e la saggezza saranno le sue compagne di colloquio. Si spoglierà d’ogni inutile orpello e di ogni parola offensiva, annullando se occorre anche la propria umanità, per ricevere quello stato di illuminazione che è il traguardo principale di tutti coloro che cercano la verità perduta. Opererà non dal vertice della piramide ma dalla base, solidamente, lentamente, pazientemente e con diligenza, usando la volontà ed il senso della misura. Il silenzio iniziatico, retaggio degli antichi misteri, fa parte anche di tutte le regole monastiche. Permette all’individuo di ricostruire la sua interiorità lavorando nella sacra quiete del tempio; costituisce il preludio della Rivelazione, perché conduce al punto più intimo di se stessi, dove l’eternità, come un mare vivificante, riporta l’essere umano alle sue origini divine. Questa è la regola d’oro dell'iniziato e del saggio: saper tacere. Lo stesso Pitagora la impose ai propri discepoli. L’iniziato non imparerà mai tanto dai mille libri quanto dal sedersi sotto un albero ad ascoltare il proprio silenzio, che in realtà ha un suono: una musica così remota che solo chi possiede un cuore puro riesce a percepirla. Chi sa o ha imparato non ha bisogno di trasmettere con la parola, perciò il neofita dovrà comprendere che restare silenziosi non significa soltanto mantenere un segreto, ma imparare ad ascoltare il proprio Io e quello degli altri. […] Quando il discepolo è pronto, si manifesta il Maestro che dimora in lui. Nel momento in cui il discepolo si sarà preparato, tramite l’autopurificazione e la disciplina della conoscenza del sé, allora anche la sua guida si renderà presente. Tale guida insegnerà operando dentro l’allievo d avvolgendolo completamente in tutti gli aspetti della sua esistenza. Questa grande presenza agisce attraverso lo Spirito, ma perché ciò accada bisogna perfezionarsi mediante il retto pensiero, la parola ed il retto agire, usando altruisticamente i propri poteri a beneficio dell'umanità; così si tradurrà l'immortale linguaggio cosmico nel linguaggio e nelle idee degli uomini mortali, e l'intuizione sarà il mezzo di questa ricezione. Quando la preparazione dell’allievo sarà completata, la comunicazione con il Maestro supererà le barriere fisiche e le distanze incommensurabili, quindi la verità sarà più vicina. […] Questo incontro, tanto agognato dagli esoteristi, è l’unico mezzo per entrare in contato con il proprio archetipo e trarne la conoscenza del proprio vero essere. Fondendosi con questo contatto ed assimilandone l’immagine o il simbolo si riuscirà a coglierne il significato più nascosto ed a trasformarlo a seconda delle proprie necessità conoscitive ed evolutive. Raggiungere la completezza dell'insegnamento iniziatico è cominciare il dialogo con il vero Maestro che si cela in noi, in dialogo che, se lo vorremo, non avrà mai fine”. Per concludere questo breve accenno su cosa sia l’esoterismo e quali siano i suoi significati, citiamo ancora Pina Andronico Tosonotti ed il suo L’Esoterismo: “L’esoterismo è sempre stato e sempre sarà. Se osserviamo attentamente attorno, se ascoltiamo e percepiamo, ci rendiamo conto che tutto quanto ci circonda è permeato di sostanze talmente vibranti e sottili che se ne può avvertire l’essenza. Inoltrandoci all'interno del nostro cuore […] possiamo assaporarne l’impulso d’amore per la conoscenza. Ma non basta essere studiosi e sapienti, bisogna vivere come se ogni giorno fosse il primo o l’ultimo, perché la vita è un viaggio iniziatico che ci conduce verso la scoperta della dimensione spirituale.”