È una riunione di persone che hanno in comune il desiderio di entrare in contatto con entità spirituali, allo scopo di rivolgere loro domande specifiche.
Presume in concreto una manifestazione degli spiriti e implica uno scambio di pensieri con i mortali
Finalizzata al contatto e al colloquio con gli spiriti grazie all'intervento di un medium (letteralmente "tramite"), la seduta spiritica solitamente si svolge al chiuso seguendo particolari rituali, accorgimenti complessi e tecniche di evocazione.
(fotografia da fonte :https://www.amphilsoc.org/)
Medium è una parola latina che significa mezzo, tramite. Tale termine indica quelle persone o quegli individui che affermano di far da tramite alle comunicazioni degli spiriti.
Il mezzo, grazie al quale il medium sostiene di mettersi in comunicazione con il mondo degli spiriti, sarebbe uno stato alterato della sua coscienza che viene chiamato "trance medianica". In tali circostanze di mutamento psicologico, il medium predisporrebbe la sua mente e condizionerebbe il suo corpo fisico a recepire le sollecitazioni dei presunti spiriti e consentirebbe, in tal modo, l'esplicazione dei fenomeni paranormali di natura psichica o fisica, a seconda delle sue caratteristiche precipue e particolari.
I partecipanti alla seduta, riuniti attorno al tavolo, si pongono in silenzio e concentrazione, tentando di stabilire uno stato di tensione mentale ed emotiva che permetterebbe al medium di utilizzare l'energia del gruppo per richiamare a sé le forze necessarie ad un "contatto" con l'aldilà. I presenti formano una catena, tenendosi per mano o con altre modalità, e, dopo qualche tempo, il tavolino, secondo gli spiritisti, dovrebbe fremere, scricchiolare o addirittura alzarsi leggermente da una parte. Quel momento rappresenterebbe l'inizio della comunicazione con l'entità: il dialogo si svolgerebbe attraverso i classici colpi che andranno richiesti allo spirito come risposta alle domande formulate dai partecipanti secondo un codice predeterminato. Con la tecnica della trance invece il medium, una volta raggiunto il grado desiderato di concentrazione, ritiene di "dare voce" a defunti o altre entità spirituali che lancerebbero messaggi di vario genere parlando per conto dell'entità evocata.
La tavola OuiJa è anche più semplicemente sostituita da lettere e numeri ritagliati e disposti a cerchio su di un tavolo, usando poi come planchette una moneta o un bicchiere.
- levitazione di oggetti
- apporto e asporto di oggetti (dentro e fuori da un locale opportunamente chiuso)
- rumori e voci non ben identificabili, dal terreno;
- improvvise folate di vento freddo.
- i presenti devono restare uniti tenendosi per mano intorno al tavolo qualsiasi cosa accada;
- se anche uno solo dei presenti (pure se un terzo prende il suo posto) abbandona il tavolo e interrompe la catena, lo spirito resta intrappolato e non può fare ritorno al luogo di provenienza. Nei giorni successivi alla seduta, si verificano casi di poltergeist in cui l'entità tenta di ottenere una seconda seduta spiritica per rimettere le cose a posto, ovvero vendicarsi;
- la disposizione a cerchio e tenersi per mano proteggono i presenti, in primis il medium, così come l'uso di simboli e tatuaggi;
- la sua energia e medianità fluiscono per mano a tutti presenti. Se i medium sono più di uno, le medianità si sommano. La medianità si trasmette per contatto fisico, e dopo alcune sedute anche i presenti potrebbero avere manifestazioni paranormali;
- è interessato dal fenomeno anche chi è presente, non restando al tavolo.
- a seconda delle convinzioni personali, le entità possono essere persone defunte, oppure angeli, demoni, larve astrali, ecc. e parlano da una dimensione esterna alla nostra. Nella pratica spiritistica (da non confondere, come è stato fatto qui, e come generalmente si fa, con l'esoterismo, che è ben altro, ed è anzi pietra d'angolo per smascherare l'errore spiritistico, e i pericoli enormi che comporta ... vedi Errore dello spiritismo, René Guénon) non vi sono garanzie che le entità invocate siano effettivamente i propri cari, nemmeno se forniscono informazioni personali che soltanto loro potevano conoscere in vita, ovvero se predicono eventi futuri, manifestando un'attenzione e amore particolari verso i presenti.
Le entità vivono in una dimensione trascendente senza spazio, da cui segue che:
- se possono manifestarsi, possono farlo ovunque nella Terra siano chiamati e al limite in sedute spiritiche in più luoghi differenti contemporaneamente;
- a tutti è noto e sempre visibile il passato e futuro di ognuno di noi.
Secondo Rudolf Steiner nelle sedute spiritiche viene spesso fatta confusione sull'idea di parlare realmente con la persona morta, mentre si parla con la proiezione dell'akasha.
«L'immagine dell'akasha è così viva che continua ad agire secondo il carattere originario dell'uomo, tanto da poter essere confusa con la persona stessa. I medium credono di parlare col morto che sopravvive in spirito, ma si tratta soltanto della sua immagine astrale dell'akasha. Lo spirito di Cesare si sarà già reincarnato sulla Terra, e la sua immagine astrale continuerà ancora a rispondere nelle sedute spiritiche. Non si tratterà però dell'individualità di Cesare, ma soltanto della sua durevole impronta lasciata nella cronaca dell'akasha. Gli errori di molte sedute spiritiche derivano da questo fatto. Dobbiamo distinguere fra il residuo dell'uomo nella sua immagine dell'akasha e la sua individualità che continua nell'evoluzione.»
(Rudolf Steiner)
Il caso Moro.
Durante il sequestro di Aldo Moro, Romano Prodi, Mario Baldassarri e Alberto Clò ebbero un ruolo mai del tutto chiarito nel reperimento delle indicazioni su un possibile luogo di detenzione dello statista. Secondo quanto riferito dai tre economisti (al tempo vicini politicamente alla Democrazia Cristiana) durante una presunta seduta spiritica effettuata il 2 aprile 1978 il "piattino" avrebbe formato le parole Viterbo, Bolsena e Gradoli, quest'ultima ("Gradoli") coincideva con il nome della strada in cui si trovava un covo impiegato dal brigatista Mario Moretti, che aveva guidato l'operazione in via Fani (ma in cui Moro non era stato tenuto prigioniero).
Il famoso prestigiatore Harry Houdini partecipò a diverse sedute spiritiche per cercare di entrare in contatto con la madre morta. Avendo scoperto alcuni trucchi, grazie alla sua conoscenza delle tecniche di illusionismo, decise di mettere alla prova sistematicamente i medium della sua epoca, sconfessandoli pubblicamente. La sua sfida ai medium continuò anche dopo la morte, perché lasciò alla moglie una frase segreta di dieci parole che i medium avrebbero dovuto ripetere come prova d'essere entrati in contatto con lui. Sebbene numerosi medium affermassero di aver parlato con Houdini, nessuno di loro trovò la frase segreta.
Tra la fine dell'Ottocento e gli inizi del Novecento, la medium Eusapia Palladino fece molto parlare di sé e nessuno dei vari scienziati che cercò di comprenderne i poteri riuscì nel suo intento. Esistono numerose fonti sull'argomento, tra cui una serie di articoli pubblicati tra il 1906 e il 1907 sul Corriere della Sera dal giornalista Luigi Barzini senior, poi raccolti nel libro Nel mondo dei misteri con Eusapia Palladino (1907).