Ufo in India. Questa volta gli avvistamenti imbarazzano anche il Governo. Che succede sul lago di Pangong Tso? Nessuno lo sa. E tutti sono preoccupati. Questa è la verità.
di CIRO SABATINO
di CIRO SABATINO
Vabbè. Senza esagerare qui siamo veramente in un posto dimenticato da Dio. Tra l’Himalaya e le montagna del Karakorum. In India. E ad un passo dalla Cina. La regione è quella del Ladakh. Una terra così desolata che al massimo ci passa qualche buddista che sta proprio messo male. Con se stesso, intendo.
Ecco, è qui che li hanno visti. Erano cento. Forse più. Dischi luminosi. Come tanti, direte voi. E invece no. Dischi lumnosi strani, ma proprio strani. Strani sul serio.Gli avvistamenti sono cominciati agli inizi di agosto. E sono andati avanti fino a metà ottobre. Tutti concentrati nella zone del lago Pangong Tso. Una specie di piccolo oceano salato proprio sul confine tra India e Cina.
Per un po’ non l’ha saputo nessuno. Figurarsi. Poi quelli di India Today hanno pubblicato la notizia e apriti cielo.
In questo momento sulla scrivania del Ministero degli Interni di Nuova Dehli, c’è un rapporto che è alto come una torta di mele.
Cento sfere color giallo intenso. Appaiono di giorno e di notte, senza soluzione di continuità. Tagliando tutto il cielo della regione. Secondo i militari non è possibile che si tratti di velivolo privi di equipaggio. E meno che mai di satelitti a bassa quota. E fin qui siamo alle considerazioni logiche, ma assolutamente ‘personali’. Il fatto diventa serio quando proprio India Today racconta che un po’ di settimane fa, nell’ultimo fase degli avvistamenti, è stato collocato in quest’area un radar mobile. L’obiettivo era quello di individuare, con l’aiuto di uno spettrografo, le frequenze emesse da qualsiasi oggetto in volo in un raggio di 160 chilometri. Ebbene, il radar non è stato in grado di tracciare i globi di luce che apparivano visibili ad occhio nudo, come se non fossero oggetti solidi!
E anche lo spettrografo non evidenziava alcuna emissione proveniente dalle misteriose sfere. Capito? A occhio nudo si vedevano, sul radar e sullo spettrografo no!
Il mistero è così fitto che nessun esperto dell’Organizzazione Nazionale di Ricerca Tecnologica e dell’Organizzazione di Sviluppo della Ricerca della Difesa è stato in grado di identificare l’origine degli oggetti.
“Ci deve essere qualcosa che non funziona, se tutte le nostre migliori risorse non vengono a capo del problema”, ha detto un anonimo alto ufficiale nella capitale. Ben lungi da ipotizzare pubblicamente l’idea che si tratti di sonde extraterrestri, il Governo avanza il sospetto che quelle luci siano un qualche avanzatissimo marchingegno sperimentale Made in China che si fa beffe dell’India, mettendo alla prova la capacità di difesa in una sorta di guerra psicologica.
Un rompicapo, insomma. Con un’unica certezza. In India, ai piani alti del Governo l’imbarazzo si taglia col coltello. A nessuno va di parlare di Ufo eppure in questa zona sono dieci anni che si va avanti ad episodi strani. Nel 2003 accadde più o meno la stessa cosa. E anche allora si parlò di “tecnologia d’avanguardia cinese”.
Poi accadde una cosa assurda. A Lahaul-Spiti, nella regione di Himachal Pradesh, circa 100 chilometri a sud di Ladakh. Era il 2004 e un’ equipe di geologi e glaciologi guidata dal dottor Anil Kulkarni del Centro di Applicazione spaziale ISRO di Ahmedabab stava attraversando la valle Samudra Tapu, quando all’improvviso ebbero un incontro davvero difficile da spiegare razionalmente.
I componenti della missione scientifica filmarono un essere robotico con quattro arti che camminava lungo la vallata, a circa 50 metri da loro. L’avvistamento durò ben 40 minuti, ma quando l’umanoide si accorse della loro presenza prese letteralmente il volo, trasformandosi in un mezzo aereo. Proprio come un Transformer dell’omonimo film di Hollywood. Ma ad assistere a questa scena surreale- giurano- furono 14 testimoni, inclusi i sei scienziati.
Il dottor Kulkarni interrogò ogni membro della spedizione, separatamente, per verificare cosa avesse visto realmente. Scrisse poi un dettagliato rapporto che inviò ai principali enti preposti alla difesa, affermando che quanto avevano osservato non era di sicuro un fenomeno naturale. La cosa però fu rapidamente messa a tacere dalle autorità e nessuno ne seppe più nulla.
Di quella missione faceva parte anche il già citato geologo Sunil Dhar che considera quell’esperienza indimenticabile. Fu lui a dichiarare, sempre tra l’imbarazzo generale, che di episodi del genere ce n’erano stati molti altri. Tutti incredibili e… “testimoniati dalla popolazione locale”.
Che sta succedendo in India?
Ecco, è qui che li hanno visti. Erano cento. Forse più. Dischi luminosi. Come tanti, direte voi. E invece no. Dischi lumnosi strani, ma proprio strani. Strani sul serio.Gli avvistamenti sono cominciati agli inizi di agosto. E sono andati avanti fino a metà ottobre. Tutti concentrati nella zone del lago Pangong Tso. Una specie di piccolo oceano salato proprio sul confine tra India e Cina.
Per un po’ non l’ha saputo nessuno. Figurarsi. Poi quelli di India Today hanno pubblicato la notizia e apriti cielo.
In questo momento sulla scrivania del Ministero degli Interni di Nuova Dehli, c’è un rapporto che è alto come una torta di mele.
Cento sfere color giallo intenso. Appaiono di giorno e di notte, senza soluzione di continuità. Tagliando tutto il cielo della regione. Secondo i militari non è possibile che si tratti di velivolo privi di equipaggio. E meno che mai di satelitti a bassa quota. E fin qui siamo alle considerazioni logiche, ma assolutamente ‘personali’. Il fatto diventa serio quando proprio India Today racconta che un po’ di settimane fa, nell’ultimo fase degli avvistamenti, è stato collocato in quest’area un radar mobile. L’obiettivo era quello di individuare, con l’aiuto di uno spettrografo, le frequenze emesse da qualsiasi oggetto in volo in un raggio di 160 chilometri. Ebbene, il radar non è stato in grado di tracciare i globi di luce che apparivano visibili ad occhio nudo, come se non fossero oggetti solidi!
E anche lo spettrografo non evidenziava alcuna emissione proveniente dalle misteriose sfere. Capito? A occhio nudo si vedevano, sul radar e sullo spettrografo no!
Il mistero è così fitto che nessun esperto dell’Organizzazione Nazionale di Ricerca Tecnologica e dell’Organizzazione di Sviluppo della Ricerca della Difesa è stato in grado di identificare l’origine degli oggetti.
“Ci deve essere qualcosa che non funziona, se tutte le nostre migliori risorse non vengono a capo del problema”, ha detto un anonimo alto ufficiale nella capitale. Ben lungi da ipotizzare pubblicamente l’idea che si tratti di sonde extraterrestri, il Governo avanza il sospetto che quelle luci siano un qualche avanzatissimo marchingegno sperimentale Made in China che si fa beffe dell’India, mettendo alla prova la capacità di difesa in una sorta di guerra psicologica.
Un rompicapo, insomma. Con un’unica certezza. In India, ai piani alti del Governo l’imbarazzo si taglia col coltello. A nessuno va di parlare di Ufo eppure in questa zona sono dieci anni che si va avanti ad episodi strani. Nel 2003 accadde più o meno la stessa cosa. E anche allora si parlò di “tecnologia d’avanguardia cinese”.
Poi accadde una cosa assurda. A Lahaul-Spiti, nella regione di Himachal Pradesh, circa 100 chilometri a sud di Ladakh. Era il 2004 e un’ equipe di geologi e glaciologi guidata dal dottor Anil Kulkarni del Centro di Applicazione spaziale ISRO di Ahmedabab stava attraversando la valle Samudra Tapu, quando all’improvviso ebbero un incontro davvero difficile da spiegare razionalmente.
I componenti della missione scientifica filmarono un essere robotico con quattro arti che camminava lungo la vallata, a circa 50 metri da loro. L’avvistamento durò ben 40 minuti, ma quando l’umanoide si accorse della loro presenza prese letteralmente il volo, trasformandosi in un mezzo aereo. Proprio come un Transformer dell’omonimo film di Hollywood. Ma ad assistere a questa scena surreale- giurano- furono 14 testimoni, inclusi i sei scienziati.
Il dottor Kulkarni interrogò ogni membro della spedizione, separatamente, per verificare cosa avesse visto realmente. Scrisse poi un dettagliato rapporto che inviò ai principali enti preposti alla difesa, affermando che quanto avevano osservato non era di sicuro un fenomeno naturale. La cosa però fu rapidamente messa a tacere dalle autorità e nessuno ne seppe più nulla.
Di quella missione faceva parte anche il già citato geologo Sunil Dhar che considera quell’esperienza indimenticabile. Fu lui a dichiarare, sempre tra l’imbarazzo generale, che di episodi del genere ce n’erano stati molti altri. Tutti incredibili e… “testimoniati dalla popolazione locale”.
Che sta succedendo in India?