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Un rapimento alieno (in inglese il termine entrato nella terminologia ufologica contemporanea è abduction, letteralmente abduzione) è il presunto rapimento di esseri umani da parte degli alieni, ritenuto un fenomeno reale da alcuni sostenitori dell'ufologia. Numerose persone in tutto il mondo avrebbero espresso la credenza di essere state rapite da esseri alieni, e condotte a bordo di veicoli spaziali o in luoghi difficilmente accessibili, come basi militari sotterranee, dove affermano di avere subìto esami di tipo medico.
Secondo le tesi pseudoscientifiche dei sostenitori delle teorie ufologiche e contattiste, questo tipo di "rapimenti" avrebbe scopi scientifici; ovvero, secondo loro, esseri di presunta origine extraterrestre avrebbero utilizzato delle cavie umane (o animali) per condurre degli esperimenti scientifici, di natura non meglio precisata. Secondo David Icke si tratterebbe di esperimenti genetici condotti con la complicità di militari terrestri.
Il fenomeno, detto anche incontro ravvicinato del IV tipo secondo la classificazione Hynek, è stato descritto da chi sostiene di averlo vissuto come un'esperienza sovente invasiva e traumatica che ha come incipit il Missing time, ossia un presunto blocco del tempo non dimostrato scientificamente . Secondo alcune testimonianze dei cosiddetti "rapiti", gli esseri di presunta origine extraterrestre cancellerebbero apparentemente la memoria dell'evento nel soggetto "rapito" per un periodo di tempo spesso prolungato. Secondo alcune correnti dell'ufologia, la stessa memoria dell'evento potrebbe essere recuperata attraverso sedute di ipnosi, con la programmazione neurolinguistica e l'analisi grafologica - tecniche che tra l'altro non sono considerate scientifiche in ambito psicologico.
Secondo alcuni psichiatri, ci sarebbe una spiegazione più semplice e razionale al "vuoto temporale", ed ai temi tipici raccontati dai presunti "rapiti": l'esperienza del rapimento potrebbe in realtà ricondursi a un vissuto traumatico del soggetto, a sua volta oggetto di rimozione, che in questo caso prenderebbe la forma dissociativa ed allucinatoria del c.d. "vuoto temporale".
Il cosiddetto contattista si differenzia dall'abdotto perché i suoi contatti con i presunti alieni non avverrebbero in modo coatto ma consensuale e perché, molto spesso, egli si dichiara latore di un messaggio di rinnovamento per l'umanità.
Secondo alcuni sostenitori del movimento ufologico/contattista, esisterebbero dei cosiddetti "impianti" (definiti anche microimpianti) estratti dal corpo dei soggetti che sostengono di essere stati rapiti.

Uno di questi impianti sarebbe stato estratto dal corpo del cittadino statunitense Tim Cullen per opera del chirurgo Roger Leir; si tratterebbe di un oggetto dotato di un nucleo metallico, è coperto da una membrana rosso-marrone dotata di molti recettori connessi alle terminazioni nervose e misura 7 cm di lunghezza per 4 di larghezza. Sarebbe stato innestato nel corpo di Cullen in occasione di un incontro ravvicinato con un UFO dal diametro di 30 metri che egli stesso avrebbe avuto nel corso del 1978.
Casi principali nel mondo
Rimane materia di dibattito quale sia stato il primo caso presunto di abduction. Raymond Bernard racconta che nel 1947 alcuni dischi volanti recanti svastiche avrebbero costretto l'ammiraglio Richard Evelyn Byrd, in volo sull'Antartide, ad atterrare in un'immensa area sotterranea abitata da esseri dall'accento tedesco simili ai cosiddetti "Nordici".Risalirebbe al 1953 il rapimento di due elettricisti (Karl Hunrath e Wilbur Wilkinson) scomparsi durante un volo sui cieli della California. Sarebbe avvenuto invece nel 1957 in Brasile, nello stato di Minas Gerais, il famoso caso del contadino Antonio Villasboas. Nello stesso anno Reinhold O. Schmidt sarebbe stato prelevato nel Nebraska e portato in una base aliena artica. Ma secondo alcuni ufologi, i primi "abdotti" della storia sarebbero stati i coniugi Hill, che sarebbero stati rapiti mentre tornavano da un viaggio in Canada la notte fra il 19 e il 20 settembre 1961. Si noti che in un'enciclopedia del paranormale è riportato che, durante una regressione ipnotica, Barney Hill avrebbe definito "nazista" uno dei suoi presunti rapitori. John Fuller scrive un libro sul caso Hill, inserendo le testimonianze ottenute grazie alla cosiddetta "ipnosi regressiva".

Tra i casi più celebri vi è il presunto rapimento del taglialegna Travis Walton: dalla sua esperienza e dalle testimonianze raccolte è stato tratto anche il noto film di fantascienza Bagliori nel buio (Fire in the sky). Il 5 novembre 1975 sette taglialegna dell'Arizona (USA), tornando verso le loro case con il camion, avrebbero visto una "strana" luce discoidale nel bosco. Travis Walton, che era tra loro, avvicinatosi, sarebbe stato colpito da un raggio di luce, mentre i suoi compagni fuggivano dalla paura. Walton riapparve solo dopo cinque giorni, in stato confusionale, raccontando di essersi svegliato all'interno di una strana cella metallica disteso su un tavolo operatorio, e attorno a tre esseri alti circa un metro; avrebbe cercato di scappare, ma sarebbe stato afferrato da "strani esseri" più alti, che dopo avergli sistemato una maschera sul viso, lo avrebbero riaddormentato. Avrebbe sentito gli esseri dire che non volevano fargli del male, solo studiare "gli strani esseri del pianeta", in perfetta lingua inglese.Negli anni ottanta il ricercatore ufologo Budd Hopkins scrive alcuni libri che riportano numerose storie di statunitensi legate ad esperienze di abduction; uno dei più noti riguarda Linda Cortile Napolitano e vedrebbe come testimone un'importante figura della politica internazionale, che molti identificano in Javier Pérez de Cuéllar. Whitley Strieber scrive una sua biografia personale riguardante il suo rapimento. Anche in questi casi si sono usate tecniche di ipnosi regressiva.
David Michael Jacobs, professore alla Temple University fu il primo a mettere in relazione con i progetti degli alieni le esperienze subite dai rapiti, sostenendo che gli alieni perseguissero un progetto ben preciso, esponendosi così alle critiche della comunità accademica americana.

Casi italiani
In Italia l'episodio più noto di presunto rapimento alieno, per quanto controverso, è quello dell'ex metronotte genovese Fortunato Zanfretta. Piuttosto noti anche i casi di Maurizio Cavallo e del genovese Valerio Lonzi.
Cavallo descrive gli alieni che lo avrebbero rapito come amichevoli e animati da nobili intenzioni, ma, paradossalmente, nel contempo, definisce la sua come un'esperienza drammatica e sofferta a causa di ciò di cui sarebbe stato reso consapevole a partire dal 1981, anno in cui sarebbe stato abdotto per la prima volta e portato in una base aliena sotterranea in Amazzonia. Cavallo sostiene anche che la razza dei suoi rapitori sarebbe estremamente simile alla specie umana, tanto che essi vivrebbero tra di noi a nostra insaputa e svolgerebbero mestieri molto comuni.
Valerio Lonzi fu sottoposto a varie sedute di ipnosi regressiva, da cui sarebbe emerso che sarebbe stato rapito nel 1973, all'età di 15 anni; egli non ha un ricordo diretto dei presunti alieni, ma solo di alcune sfere luminose fluttuanti nell'aria e molto veloci.
Parere della comunità scientifica
La comunità scientifica costituisce, de facto, il più grande detrattore del fenomeno delle abduction, sostenendo l'impossibilità di verificare se le testimonianze di adduzione abbiano un riscontro reale oppure immaginario. Solitamente la comunità imputa il fenomeno (cioè la convinzione di essere stati rapiti da creature aliene) ad altre cause, generalmente di tipo psicologico ed in alcuni casi psicopatologico. Effettivamente la difficoltà nell'accettare per reali questi eventi sta nelle tecniche usate per identificarli: ad esempio l'ipnosi regressiva, e la programmazione neurolinguistica, oggetto attuale di molte critiche nell' ambito della psicologia ufficiale.