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"Il mondo si divide in tre categorie di persone: un piccolissimo numero che fanno produrre gli avvenimenti; un gruppo un po' più importante che veglia alla loro esecuzione e assiste al loro compimento, e infine una vasta maggioranza che giammai saprà ciò che in realtà è accaduto".

mercoledì 18 luglio 2012

Alieni: niente arsenico nel DNA dei batteri

batteri arsenico


Non è vero: attualmente non esiste sulla Terra alcun batterio che presenti arsenico invece di fosforo nel suo Dna. L’annuncio, dato con grande clamore dalla Nasa nel 2010, è stato smentito da due gruppi di ricerca indipendenti, uno dell’Eidgenössische Technische Hochschule (Eth) con sede a Zurigo, l’altro composto da ricercatori provenienti dall’University of Princeton (Usa) e dall’University of British Columbia (Vancouver, Canada). I risultati sembrano proprio mettere un punto definitivo sulla vicenda: niente alieni, almeno per ora. Il batterio fu trovato in fondo al Mono Lake, nel Parco Nazionale di Yosemite (California, Usa), un lago ricco di arsenico, e chiamato Gfaj-1. Il microbo, che fu indicato come possibile indizio di vita aliena sulla Terra, risultò “membro di un gruppo di batteri, i Gammaproteobacteria”, come spiegarono gli esperti durante la riunione dell’agenzia governativa americana. L’analisi del Dna dimostrò all’epoca che, invece di contenere fosforo come tutti i Dna delle specie terrestri finora conosciute, conteneva lo stesso arsenico. Questa diversa composizione, mai trovata prima, avrebbe spiegato, tra l’altro, l’agile vita in un ambiente così ricco di un elemento che per molti esseri viventi, tra cui noi umani, è un potente veleno. Tutto falso: il batterio vive agevolmente in ambienti ricchi di arsenico, ma questo elemento non è affatto presente nel suo Dna. La questione è sempre stata controversa e dopo i primi sospetti, pubblicati nel mese di Aprile 2012, sono arrivate le ufficiali conferme. Per i due team di ricerca, il batterio si è confermato in grado di crescere in un ambiente ricco di arsenico e molto povero di fosforo, ma non di sostituire (neanche in parte) il secondo elemento con il primo nel suo Dna. L'elemento trovato nei campioni della Nasa sarebbe quindi dovuto a una contaminazione. “Il processo scientifico è per sua natura in grado di auto-correggersi, visto che gli scienziati cercano di replicare i risultati pubblicati” scrive Science, che ha deciso di non ritirare l’articolo originale, manifestando il “piacere di pubblicare ulteriori informazioni sulla Gfaj-1”. Si attende ora di capire se gli autori del lavoro sotto accusa, guidati da Felisa Wolfe-Simon, produrranno successive contro repliche. Ma per ora gli alieni possono attendere.

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