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"Il mondo si divide in tre categorie di persone: un piccolissimo numero che fanno produrre gli avvenimenti; un gruppo un po' più importante che veglia alla loro esecuzione e assiste al loro compimento, e infine una vasta maggioranza che giammai saprà ciò che in realtà è accaduto".

lunedì 1 agosto 2011

Ultime notizie al tg, gli alieni stanno arrivando

FESTIVAL DI VENEZIA. Tra i tre titoli italiani in gara per il Leone d'oro. «L'ultimo terrestre» è l'esordio di Paciotti. «Un film né comico né drammatico ma con tanti stati d'animo, come nei miei fumetti»



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Gian Alfonso Pacinotti è uno dei più importanti fumettisti europei: le sue graphic novels hanno vinto una pletora di premi importanti, tra cui il Goscinny e quello del Festival International de la Bande Dessinée d'Angoulême. Tra gli italiani, prima di lui, solo Hugo Pratt e Vittorio Giardino. Cura la rubrica La settimana di Gipi (è il suo pseudonimo) su L'Internazionale e collabora come illustratore con La Repubblica.
Ma l'artista pisano, nato nel 1963, non ha solo la passione per le immagini fisse. Lo affascinano anche quelle in movimento; come scrive nel suo blog: «Fu mio padre a regalarmi la prima super 8 e la prima centralina di montaggio, di quelle con la taglierina e lo scotch. Ero piccolo». L'affetto è una delle ragioni che lo hanno spinto a firmare col suo vero nome L'ultimo terrestre, il film con cui fa il suo esordio nel mondo del lungometraggio. Debutto onorevole ed oneroso, visto che è stato selezionato per il concorso della prossima Mostra d'Arte cinematografica di Venezia. Tre gli italiani (gli altri sono lui Cristina Comencini ed Emanuele Crialese), solo lui alla prima regia.
Sei settimane di riprese, tutte attorno alla città natale: Navacchio, Cascina, Titignano, Migliarino, la Bigattiera a Marina e l'Hotel Golf di Tirrenia. Due milioni e 300mila euro il budget, col contributo della Regione Toscana, per una produzione che per Fandango rappresenta una scommessa azzardata: la fantascienza italiana è morta, lo sanno tutti. Uccisa dalla commedia e dal melodramma familiare. Eppure qualcosa si muove: poche settimane fa è uscito Sei giorni sulla terra, di Varo Venturi; anche l'horror fa capolino: At the End of the Day, di Cosimo Alemà, In the Market, di Lorenzo Lombardi. Si ricomincia così, un piccolo passo alla volta.
Gipi ha deciso di raccontare una storia non sua: è quella descritta nel libro di racconti a fumetti di Giacomo Monti Nessuno mi farà del male (e a Venezia ci sono altri due film realizzati «live action», cioè con attori, tratti da graphic novel: Poulet aux prunes diretto da Marjane Satrapi e Vincent Paronnaud e Himizu di Sion Sono, tratto dal manga di Minoru Furuya). L'ultimo terrestre parla del presente: precario, cinico, saccheggiato di emozioni e di un'invasione aliena annunciata dal tg, che non riesce a scuotere gli animi. In mezzo al non-caos seguiamo il percorso di un misogino dalla faccia molto extraterrestre, interpretato da Gabriele Spinelli. Nel cast anche Anna Bellato, Roberto Herlitzka, Teco Celio e Stefano Scherini.
«Un film né comico né drammatico ma con tanti stati d'animo alternati, proprio come nei miei fumetti», racconta Gipi nel suo blog; diario prezioso per vivere il set di questo esperimento. Per capire che il trailer distribuito lo ha scontentato profondamente e identificarsi nelle speranze di chi crede in una società migliore e un cinema diverso. Scriveva il 17 luglio: «È partito il dvd per una eventuale partecipazione al festival di Venezia. Abbiamo tutti le dita abbastanza incrociate. Fosse solo per tutte le persone che in questi mesi ci hanno lavorato, senza risparmiarsi mai». Il desiderio si è avverato: al fianco di Ferrara, Soderbergh, Friedkin e Polanski. E se vincesse?
Adamo Dagradi 

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