Ad Menu
"Il mondo si divide in tre categorie di persone: un piccolissimo numero che fanno produrre gli avvenimenti; un gruppo un po' più importante che veglia alla loro esecuzione e assiste al loro compimento, e infine una vasta maggioranza che giammai saprà ciò che in realtà è accaduto".

mercoledì 5 gennaio 2011

Specie aliene: l'invasione costa 12 miliardi


Ogni mese arrivano in Europa due nuove specie aliene, animali e vegetali


fonte:ANTONELLA MARIOTTI

TORINO
Scoiattoli grigi, barracuda, nutrie, zanzara tigre, punteruolo rosso e tarlo asiatico. Sono questi, alcuni, dei veri «alieni», quelle specie che in Europa non sono nate ma sono state importate, causa spesso del commercio globalizzato, e che metteranno in crisi l’economia europea nei prossimi decenni. Dodici miliardi di danno all’anno. Sì la cifra è proprio a nove zeri e «se si considerano anche i danni relativi alle alluvioni allora non c’è limite…».

Piero Genovesi è a capo di un progetto europeo dell’Ispra (Istituto superiore per la ricerca e per l’ambiente) che ha preso in considerazione i dati relativi a 10 gruppi tassonomici e 28 paesi europei. «E’ stato ha dimostrato che le invasioni di specie alloctone – dice Genovesi - sono più legate alle caratteristiche socio-economiche del passato, che non a quelle di oggi, quindi alla scarsa attenzione che c’è stata verso il fenomeno allora. Lo abbiamo definito il “debito di invasione”, un debito che in futuro ci ritroveremo a pagare. E sarà molto più alto di altre anomalie ambientali». Quali? Genovesi spiega che «spesso siamo più concentrati sulle conseguenze dei cambiamenti climatici e perdiamo di vista invece questo tipo di problema. Pensiamo solo a cosa ha provocato l’invasione delle nutrie». Le nutrie sono state importate per la pelliccia dal Sud America, ora sono uno degli animali più invasivi nei nostri fiumi. «Nelle alluvioni spesso la fragilità degli argini dei fiumi è dovuta anche alla presenza delle nutrie, che scavano lungo le rive. Nel nostro studio non abbiamo incluso i danni relativi alle alluvioni, altrimenti le cifre raggiungevano numeri stellari».

I ricercatori hanno selezionato tre fattori predittivi delle attività socio-economiche legate alle invasioni - densità della popolazione umana, Pil pro capite, e - come misura dell’intensità degli scambi commerciali e quindi dell’apertura dei diversi sistemi economici - la quota delle esportazioni sul Pil. «Lo studio – sottolinea Piero Genovesi – indica chiaramente che esiste un fattore di inerzia; le attuali politiche di libero commercio, spesso assolutamente carenti in termini di misure di prevenzione delle nuove introduzioni, causerà impatti solo tra qualche decennio, come le specie già introdotte decenni fa hanno provocato ai giorni nostri».

Sempre nel campo degli animali importati per la pelliccia uno degli esempi è il visone americano: fuggito dagli allevamenti in Inghilterra ha quasi estinto la avicola terrestre, le uova di questa specie sono infatti il cibo preferito dal visone. Per restare nei nostri mari tra le invasioni estive ci sono quelle delle meduse, e nel Mar Ligure la Mnemiopsis Levidi, originaria dei Caraibi, può riprodursi a dismisura perché non ha predatori, e molto cibo a disposizione.

L’Europa ora ha istituito una banca dati, sul risultato della quale si discuterà in un incontro a febbraio a Bruxelles, e c’è un impegno per una serie di investimenti – entro il 2011 – per arrestare questo fenomeno. Manco a dirlo l’Italia è anche «sotto inchiesta» Ue per non aver fatto abbastanza per fermare l’espandersi dello scoiattolo grigio americano. Un altro elemento importante – spiega ancora Genovesi – è creare un sistema di allerta rapida. In Italia, tra Varese e Malpensa, c’è una «bomba a orologeria» che potrebbe devastare i nostri aranceti e limonaie, si chiama «tarlo asiatico», un bellissimo coleottero ghiotto di alberi di agrumi: negli Usa ha provocato il taglio di 50 milioni di alberi, perché l’unico modo per sconfiggerlo è tagliare intorno agli alberi infetti metri e metri di piante. Riflettere su cosa accadrebbe se arrivasse nelle coltivazioni di agrumi del Sud fa rabbrividire.

Lettori fissi

Questa blog, scritto da Selvatico Raffaele è protetto da una licenza Creative Commons Attribuzione-Non commerciale- Non opere derivate 2.5 Italia License. Quindi tu sei libero di di riprodurre ogni articolo di questo blog a patto di attribuire la paternità al sottoscritto tramite link diretto (senza no follow).
Nota: non puoi usare gli articoli di questo blog per fini commerciali

MESSAGGIO