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"Il mondo si divide in tre categorie di persone: un piccolissimo numero che fanno produrre gli avvenimenti; un gruppo un po' più importante che veglia alla loro esecuzione e assiste al loro compimento, e infine una vasta maggioranza che giammai saprà ciò che in realtà è accaduto".

mercoledì 5 gennaio 2011

Moria di animali

Avvistamento di un Ufo nel 1965 a Orange County, California (Credits: LaPresse/Rex Heflin)

Stati Uniti: il mistero dei merli morti in volo, gli Ufo e i miti americani


Questo attacco (del pezzo) l’hanno scritto tutti, ma è quasi doveroso nel raccontare il mistero di Beebe.Infatti, come nel famoso film di Alfred Hitchcock, qualche cosa di (ancora) sconosciuto ha fatto impazzire gli uccelli. Questa volta, a differenza del capolavoro del 1963, i volatili non attaccano le persone nelle strade di San Francisco, ma i merli cadono morti, stecchini, nelle stradine e nei cortili della molto più anonima (fino a ieri) Beebe, piccola città dell’Arkansas.


Stephen Bryant era fuori dalla sua abitazione. “Ogni notte vedo passare di qui milioni e milioni di uccelli - ha raccontato ai media locali - L’altra sera, uno di quste merli è caduto dal cielo, seguito poi da un altro e da un altro ancora…”. In poco tempo, la sua casa era quasi circondata da carcasse di questi piccoli esemplari con le ali rosse.

E’ il mistero di Fine Anno. Le notizie sulla pioggia di merli morti sono molto seguite sui siti, e dopo che a qualche decina di chilometri dalla cittadina, nel fiume Arkansas, all’altezza di Ozark, sono stati trovati 100.000 pesci morti, la curiosità rispetto ai due fatti (che non dovrebbero essere collegati tra di loro) è aumentata.

La presenza di sole ipotesi per spiegare il fenomeno, la mancanza di una spiegazione scientifica definitiva per comprendere i motivi per cui sia potuto accadere, alimentano le leggende (metropolitane) sugli uccelli che cadono morti dal cielo del Midwest.

Alla fine della pioggia mortale, i volatili senza vita raccolti in poche ore dai volontari chiamati in fretta e furia dal sindaco Mike Robertson sono stati più di 3000 (secondo le ultime stime). Non sono stati avvelenati e non sono stati vittime di una epidemia, ha detto il primo cittadino di Beebe, dopo aver fatto un sopralluogo nell’area boschiva dove i merli abitualmente facevano i loro nidi.

Cosa li ha uccisi, allora ? Secondo Karen Rowe, ornitologa dello Stato dell’Arkansas, gli uccelli potrebbero essere stati colpiti da una tempesta di grandine che si è verificata ad alta quota. Oppure da una scarica di fulmini. La spiegazione, seppur plausibile, non è stata però confortata da prove scientifiche.

C’è anche chi afferma che i merli sarebbero morti a causa dello stress provocato dai fuochi d’artificio sparati nella notte di Capodanno. Per avere una risposta, 65 esemplari sono stati mandati in un laboratorio di Madison, in Wisconsin per le analisi del caso.



Uno degli esemplari morto misteriosamente in Arkansas (Credits: LaPresse/Stephen B. Thorton)

Può essere questo un indizio per risolvere il caso. Un anno fa, a Coxley, una cittadina inglese del Somerset, accadde un fatto analogo. Julie Knight trovò nel cortile di casa alcune decine di uccelli morti. Le analisi rivelarono che le carcasse erano integre e che gli uccelli, probabilmente, erano stati indotti a un errore e avevano sbagliato piano di volo.

Forse per sfuggire a un rapace, forse perché distratti da qualche forte rumore, erano scesi in picchiata molto velocemente per buttarsi in quello che pensavano essere un canneto, ma che invece, non lo era.

Può essere successo qualche cosa di simile a Beebe? Probabile.

L’altro mistero è quello dei pesci. Decine di migliaia di esemplari di pesce tamburo sono stati trovati morti nelle acque del fiume Arkansas. E’escluso l’avvelenamento visto che le altre specie non sono state colpite, ma gli esperti pensano a un malattia del branco di pesci.

Tutti sono però concentrati sulla morte dei merli. L’Huffington Post ha aperto anche una pagina per un sondaggio tra i lettori. Visto che si tratta di America, non potevano mancare un paio di miti americani (tra le possibili cause): il Governo (che avrebbe provato un’arma segreta nella zona) e gli UFO (che avrebbero investito con un’astronave i volatili).

In attesa di sapere se è stato Obama, se l’Arkansas è una nuova Area 51; se, invece, è stato E.T., oppure se la colpa è dei fuochi d’artificio; in attesa di una risposta scientifica al mistero dei merli morti, se volete, potete votare anche voi al sondaggio.


“Nel momento in cui dovessero estinguersi le api all’umanità non resterebbero che pochi anni di vita.”di Albert Einstein

La strage dei bombi americani

Gli entomologi: calo inspiegabile del 96%, impollinazione a rischio


Gli indiziati sono gli stessi che provocano la moria delle api: la scarsa variabilità genetica che indebolisce il sistema immunitario della specie, i pesticidi, le onde elettromagnetiche (che potrebbero disorientare gli animali), un acaro parassita detto Varroa destructor e il riscaldamento globale, che sconquassa gli ecosistemi. Sia come sia (ovvero, un concorso di cause) dopo le api adesso tocca ai bombi, gli insetti pelosi e ronzanti, piuttosto grossi e appariscenti (hanno una livrea di larghe bande gialle e nere) ma tutto sommato poco aggressivi che vediamo - e dovremo augurarci di vedere sempre più - volare d’estate. Sono ottimi impollinatori, grazie alle loro dimensioni, alla lunga «lingua» che sugge il nettare e anche alla frequenza del loro ronzio.

Negli Stati Uniti è una strage: meno 96 per cento negli ultimi decenni, massimo allarme e conseguenze devastanti per l’agricoltura, settore importante nell’economia americana. Con la moria di api e bombi si registra un drastico calo dell’impollinazione delle piante selvatiche e di allevamento: tra le colture più toccate quella delle mandorle (meno 30 per cento, gli stati Uniti sono il primo produttore mondiale e avrebbero bisogno di un milione di alveari per l’impollinazione), delle zucche, degli zucchini, dell’avocado, dei broccoli, dei kiwi, delle angurie, delle more, delle fragole, dei mirtilli e degli agrumi.

Il 90% delle piante commerciali nel mondo - dalle più comuni specie di frutta e verdura ai semi di soia e di caffè, al cotone - dipendono dall'impollinazione delle api, fondamentali per aumentare le rese. I bombi sono invece preziosi per impollinare piante selvatiche come i frutti di bosco, e per i pomodori.

Il segnale è dunque molto inquietante: il mercato statunitense - teme qualcuno - rischia di non essere più in grado di soddisfare la domanda orticola e di frutta della popolazione. Sydney Cameron, entomologo dell’Università dell’Illinois, ha guidato un team che ha studiato per tre anni la distribuzione, le diversità genetiche e gli agenti patogeni che colpiscono le otto specie di bombi degli Stati Uniti. Risultato: quattro specie sono diminuite del 96%, un vero disastro - avvenuto negli ultimi vent’anni - comune all’Inghilterra. Nel Regno Unito tre delle 25 specie di bombo sono già estinte - rileva il Centro di Ecologia e Idrologia del Regno Unito - e la metà è in netto declino. Il calo arriva anche al 70%. Quasi un suicidio biologico, per un sistema agricolo (e non solo) drogato dalle multinazionali della chimica e della farmaceutica.

Le api, a quanto pare, vengono uccise da sostanze chiamate «neonicotenoidi», impiegate per conciare le sementi: con la crescita della pianta questi veleni verrebbero espulsi attraverso gli essudati, avvelenando gli insetti che vi vengono a contatto. Insieme alle api sono in grave declino anche altri impollinatori fondamentali come falene, sirfidi (simili alle vespe, hanno addome giallo e nero e si nutrono di nettare) e le «crisope», insettini verdi molto comuni d’estate, con ali trasparenti che assomigliano alle libellule: gli adulti hanno grandi occhi sporgenti, le larve mangiano gli afidi con curiose mandibole a forma di falce.

La strage di insetti utili all’agricoltura (come le coccinelle) e degli impollinatori (api, farfalle e sirfidi impollinano circa un terzo delle colture in tutto il mondo) suscita dunque un allarme mondiale. Se tutti gli insetti impollinatori del Regno Unito venissero spazzati via - scrive il Guardian - nel Regno Unito si verificherebbe un calo della produzione vegetale che costerebbe all’economia nazionale anche 440 milioni di sterline l'anno, pari a circa il 13% del reddito agricolo del Regno Unito.

Il crollo della popolazione di api e di bombi, dunque, non è un segnale da prendere sotto gamba: in Inghilterra, per studiare il fenomeno, è stato inaugurato un programma finanziato con dieci milioni di sterline. Ma anche a livello mondiale sono molti gli scienziati che tentano di scongiurare questa gravissima minaccia per le colture: si stima che un terzo di tutto quello che mangiamo dipenda dall’impollinazione delle api. In ballo ci sono le nostre risorse alimentari e una montagna di soldi della produzione agricola globale.

Insomma, anche dalle piccole api e dai bombi dipende l’esistenza del pianeta. Serve a qualcosa ricordare la profezia attribuita ad Albert Einstein, secondo la quale nel momento in cui dovessero estinguersi le api all’umanità non resterebbero che pochi anni di vita? Servono altri segnali come questi, giganteschi? Agli insetti impollinatori è legata una catena alimentare di importanza vitale, che arriva fino a noi e sostiene anche uccelli selvatici e molti altri animali. La stiamo spezzando.

fonte: LA STAMPA

Faenza: piovono tortore morte


GEAPRESS – Niente tempeste di grandine o girandole di fuochi d’artificio così come alcuni tentano di spiegare la moria di merli dalle ali rosse che in queste ore piovono a Beebe, cittadina dell’ Arkansas. Ma lo scenario in queste ore a Faenza (RA) non è meno inquietante. Le due Guardie del WWF ne hanno raccolte quasi trecento, mentre altre Tortore dal collare orientale sono state trovate, ormai morte, dal Corpo Forestale dello Stato il quale avrebbe effettuato un sopralluogo anche all’interno di alcuni plessi industriali.

Nella zona industriale di Ravenna, infatti, insistono più distillerie ed in generale ditte specializzate nella lavorazione di parti vegetali, che potrebbero essere state ingerite dagli uccelli. Le Tortore raccolte in queste ore sono cadute nei pressi di un parcheggio prospiciente la Tampieri Spa, ovviamente non considerabile per la specifica vicenda, del Presidente di Confindustria Ravenna Giovanni Tampieri e fratelli. Sarebbero anche stati documentati alcuni cani randagi intenti a giocare con le Tortore morte. Speriamo non li mangino.

Alcuni uccelli raccolti dal Corpo Forestale dello Stato sarebbero già stati inviati, per le analisi di rito, all’ Istituto Zooprofilattico della Lombardia e dell’Emilia Romagna “Bruno Ubertini”.

Da indiscrezioni apprese in luogo parrebbe che già nel passato si siano verificate analoghe “piogge” causate da … mal di pancia! Forse i resti di lavorazione delle vinacce, oppure partite di semi che avrebbero causato la morte degli animali. Già, oggi, un tecnico dell’ARPA avrebbe del resto riferito di verosimile indigestione. Al di là di problemi digestivi, rimane da capire cosa abbiano realmente mangiato le Tortore dal collare orientale e se poi ciò abbia provocato la morte degli animali. Di sicuro nell’area industriale vengono trattate grosse partire di semi per la produzione di olii e farine vegetali. Considerando l’elevato numero di Tortore presenti nei luoghi, è verosimile che le stesse abbiano reso accessibili ampie distese di potenziale alimento. Di sicuro a Faenza in queste ore piovono tortore … stecchite. (GEAPRESS –  la fonte).

 Strage di merli in Arkansas


BEEBE (ARKANSAS) - Mentre resta un mistero la morte di 100mila pesci tamburo nel fiume Arkansas, è risolto il giallo dei 3mila merli morti la notte di San Silvestro nello stesso Stato. Gli uccelli precipitati al suolo nella citta' di Beebe sarebbero morti a causa di fuochi d'artificio. Lo riporta la Bbc citando Karen Rowe, ornitologa della Arkansas Game and Fish Commission, secondo la quale gli uccelli volavano probabilmente basso per evitare le esplosioni e hanno colpito qualcosa sulla loro traiettoria o si sono scontrati tra di loro. Altri 500 uccelli privi di vita sono invece stati rinvenuti oggi in Lousiana, Stato al confine con l'Arkansas.  

fonte: TG1


Dopo i merli anche i pesci
Moria di animali in Arkansas
Nuovo enigma nello stato americano. Colpiti i pesci tamburo. Esclusa l'ipotesi di un inquinamento dell'acqua, si indaga su altre possibili cause. E si stanno verificando i collegamenti possibili tra i due fatti, avvenuti a distanza di circa 200 chilometri l'uno dall'altro


ARKANSAS - Migliaia di pesci stanno morendo in Arkansas, negli Stati Uniti. Dopo la morìa di merli 1, più di cinquemila letteralmente caduti dal cielo a Beebe, questa volta a morire sono i pesci-tamburo. I funzionari dello Stato stanno indagando sulle possibili cause di questa epidemia
che ha colpito la specie di fiume nella zona nord-ovest, dove scorre l'Arkansas. "I pesci morti ricoprono le sponde per circa 32 chilometri vicino alla cittadina di Ozark", ha detto Keith Stephens dell'Arkansas game and fish commission alla Cnn.

I primi pesci morti sono stati trovati giovedì, da allora non hanno smesso di aumentare fino a quota 100.000. I funzionari stanno conducendo dei test per capire quale sia la causa. "Se fosse colpa di un agente inquinante dell'acqua, avrebbe colpito ogni specie, non solo i pesci tamburo. Questa ipotesi è stata subito scartata", ha precisato Stephens.

L'epidemia di pesci è avvenuta a 200 chilometri di distanza da Beebe, sempre in Arkansas, dove il 31 dicembre sono caduti dal cielo oltre 5.000 merli morti. I funzionari stanno ancora indagando sulla misteriosa
morte degli uccelli.

fonte:http://www.repubblica.it/


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