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"Il mondo si divide in tre categorie di persone: un piccolissimo numero che fanno produrre gli avvenimenti; un gruppo un po' più importante che veglia alla loro esecuzione e assiste al loro compimento, e infine una vasta maggioranza che giammai saprà ciò che in realtà è accaduto".

lunedì 11 ottobre 2010

Credo Mutwa




Vusamazulu Credo Mutwa è nato il 21 luglio 1921 in Sudafrica, precisamente nella regione di KwaZulu-Natal. Suo padre era un ex catechista cattolico dal quartiere Embo vicino Inanda. Sua madre era discendente di una stirpe di uomini medicina Zulu e custodi della tradizione tribale. I suoi genitori si separarono poco dopo la nascita di Vusamazulu, perché sua madre rifiutò di convertirsi al cristianesimo. Mutwa fu educato dal nonno materno, un uomo di medicina: ha appreso alcuni dei segreti trasportando i pesanti bagagli del nonno.



Nel 1928 Vusamazulu si trasferì nel Transvaal col padre. Viveva in una fattoria vicino a Potchefstroom, dove suo padre lavorava. Dopo venti anni trascorsi a lavorare nelle fattorie, il padre trovò lavoro in una delle miniere di Johannesburg come falegname. Mutwa iniziò a lavorare nel 1954 in un negozio di oggettistica a Johannesburg.

Durante una visita a sua madre e suo nonno in Zululand, dopo trent'anni di assenza, abiurò la fede cristiana che gli era stata imposta e subito dopo una cerimonia di purificazione iniziò l'addestramento come un uomo di medicina.

Anche lui ha assunto l'incarico di custode della tradizione tribale in caso di morte del nonno. Mutwa ha scritto racconti africani che affondano le loro radici nella tradizione orale della cultura Zulu. Due raccolte molto note di queste storie sono Indaba My Children (del 1966) e Il mio popolo: gli scritti di uno stregone Zulu (1969). Un altro libro molto famoso è il Canto delle Stelle dal quale abbiamo estratto alcune parole...

Il testo che state per leggere è tratto dal libro "Il Canto delle Stelle" di Credo Mutwa.
I nostri antenati non aspettavano che la Storia li catturasse, ma andavano direttamente al suo assalto e la rendevano loro schiava. Essi creavano ed erano l’impersonificazione della Storia stessa.

Al pari dei bambini, la gente ha bisogno di immagini delle divinità per poter affrontare meglio l’inconcepibile.
Secondo le tradizioni africane, fu una donna, Iyaya la bella, a scoprire l’esistenza del Grande Spirito. Fu quando la gente viveva ancora sul Mondo Rosso dove era stata creata e scoprì Dio, un’entità senza forma, senza tratti e senza fine, con cui nessuno poteva discutere. Per potere affrontare il mistero di Dio, l’uomo ricondusse quel mistero a una figura riconoscibile e quindi comprensibile: l’immagine di una famiglia umana, con un Dio Padre noto al mio popolo Zulù con il nome di Unkunkulu, “il più Grande dei Grandi”, una Dea Madre chiamata Nomkumbulwana, “il fiore dei Molti Campi” , e un Dio Figlio, detto in Zulù Umvelinangey, “il Primogenito dell’Onnipotente”.

C’è per esempio l’albero cosmico Sima-Kade, che significa Colui che è per sempre, Colui che è sempre stato, Colui che sarà sempre. Quando penso a lui, mi sento in connessione e so che abbraccia ogni cosa. I miei fratelli e le mie sorelle sono frutti di quest’albero, al pari di tutte le creature viventi. E così, ogni volta che vedo un albero mi torna in mente Sima-Kade.

Al giorno d’oggi gli uomini mettono in ridicolo Dio, ridono dell’altissimo, negano la sua esistenza, e dopo avere percorso un cerchio completo ricominciano ad accettare che possa esserci un Dio in questo universo.

Un‘azione intrapresa oggi può dare inizio a un’intera serie di avvenimenti nel futuro, così come un gesto evitato oggi può evitarne molti altri.
Siamo poveri di spirito perché soprattutto di recente l’umanità si è concentrata troppo sul lato materialistico della vita. Solo ora la gente comincia a esplorare settori come telepatia e telecinesi e la comunicazione tra esseri umani e piante comincia ad essere accettata . Che cosa abbiamo fatto in tutto questo tempo? Possiamo accettare il fatto che la nostra vita spirituale così poco evoluta ci abbia imprigionati, limitandoci al semplice sviluppo tecnologico? Non possiamo aumentare la nostra conoscenza perché non sappiamo nemmeno come usare quella che abbiamo già a disposizione.

Accogliete questi insegnamenti: siamo tutti fratelli e sorelle, figli di un unico padre e di un’unica madre; tutti gli esseri umani sono connessi tra loro; condividiamo pensieri e sentimenti riguardanti il mondo, il futuro e noi stessi; le immagini e i sogni che abbiamo nella mente e nel cuore hanno grande importanza. Trattate con gentilezza i bambini e gli animali e trasmettete questa saggezza alle generazioni a venire: vi assicuro che ci sarà un tempo in cui nostri nipoti o i nostri bis-nipoti vivranno in un mondo di bellezza e armonia. Sentiranno una musica lontana, splendida e cosmica, che li solleverà al di sopra di ogni paura, sofferenza o limitazione, unendoli in una fratellanza universale, oltre questo piccolo mondo con i suoi sogni spaventosi. Quella melodia li condurrà sempre più vicini gli uni agli altri con il suo messaggio di speranza e cambiamento. Quella musica è il canto delle stelle. Indaba.

L `agenda rettiliana David Icke & Credo Mutwa






















































































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